La diga del Vajont sorge nella forra scavata dal torrente Vajont, affluente del fiume Piave.
Nasce come “deposito” d’acqua necessario per regolarizzare i deflussi, dove far convogliare le acque provenienti dal lago artificiale di Pieve di Cadore.
La diga si sviluppa su un primo progetto dell’ing. Carlo Semenza, direttore del Servizio costruzioni idrauliche della SADE (Società Adriatica di Elettricità), fondata nel 1905 per la “costruzione e l’esercizio di impianti per la generazione, trasmissione e la distribuzione di energia elettrica in Italia e all’estero”.
Il primo progetto di diga nella valle del Vajont è datato 22 giugno 1940 e prevedeva una diga alta circa 200 metri per un bacino di circa 50 milioni di metri cubi d’acqua.
Questo progetto ottenne l’autorizzazione da parte del Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici, nell’ottobre 1943, ma venne ben presto sostituito da un secondo progetto molto più ardito: quello del “Grande Vajont”. Il 22 aprile 1957 la SADE, società costruttrice dell’opera, presentava infatti un secondo progetto esecutivo della diga: rispetto al precedente si registrava “solo” un innalzamento dello sbarramento di circa 60 metri, ma in tal modo il bacino raggiungeva una capacità utile di 150 milioni di metri cubi d’acqua.
Nel serbatoio del Vajont vanno così a confluire anche le acque del Maè e del Boite, attraverso il serbatoio di Pontesei. La costruzione della diga venne appaltata all’impresa Torno s.p.a. di Milano, che organizzò i propri uffici, il villaggio con la mensa e gli alloggi degli operai nella zona del Vajont, in sponda destra a quota 770 metri s.l.m.



